Alfa Romeo darà l’addio alla Formula 1 a fine 2020?
Nei programmi di Alfa Romeo potrebbe non esserci più spazio per la Formula 1, molto dipenderà da Carlos Tavares.
Nei mesi scorsi si era diffusa la notizia del probabile addio alla Formula 1 da parte di Alfa Romeo.
La casa automobilistica del Biscione, che spende oltre 50 milioni di euro l’anno nella sponsorizzazione del team Sauber, starebbe valutando la possibilità di uscire dal circus della Formula 1 alla fine del 2020.
La crisi di vendite che ha colpito il Biscione da circa un anno e mezzo in tutto il mondo ha suggerito a Mike Manley e soci di rivedere gli investimenti per lo storico marchio milanese.
Addio di Alfa Romeo alla Formula 1 nel 2020?
Al momento non sappiamo se davvero Alfa Romeo dirà addio alla Formula 1 a fine 2020. Molto dipenderà da quella che sarà la volontà di Carlos Tavares, futuro CEO del nascente gruppo che si formerà dopo la fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA.
Sicuramente la presenza di Alfa Romeo in Formula 1 rappresenta un buon ritorno d’immagine per il Biscione. Occorre valutare però se vale la pena spendere oltre 50 milioni di euro all’anno per una monoposto che ha il telaio costruito dalla Sauber e il motore realizzato da Ferrari. Insomma, di Alfa Romeo non c’è proprio nulla se non il nome e l’emblema nella scocca della monoposto.
I fan del Biscione sono divisi
I fan del Biscione al momento sono divisi tra coloro che gradirebbero vedere anche nei prossimi anni Alfa Romeo in Formula 1 con una propria scuderia e chi invece ritiene l’investimento inutile e il ritorno di immagine insignificante, visto il calo delle vendite che ha colpito Giulia e Stelvio negli ultimi tempi.
Vedremo dunque cosa decideranno Carlos Tavares e John Elkann nel 2020.
Nel frattempo il team che come piloti ha confermato Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi cercherà di dare il meglio di sé nel 2020, con la speranza di vivere una stagione più positiva rispetto al 2019. L’annata che si è appena conclusa infatti non ha soddisfatto quelle che erano le attese dei dirigenti del Biscione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA