Come funziona il cambio automatico?

Andrea Marras

24 Giugno 2024 - 12:15

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Se sai come guidare al meglio un’auto con il cambio automatico e qual è il suo funzionamento di fondo? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Capire come funziona il cambio automatico è molto più semplice di quanto si possa pensare. Basta, infatti, capire innanzitutto cosa sia, a cosa serva e, dopodiché, vedere all’atto pratico il modo in cui agisce.

I veicoli che presentano un’impostazione di questo tipo sono numerosi, ragion per cui è bene essere informati a riguardo. Le differenze con il cambio manuale, quello conosciuto tradizionalmente da chiunque, sono altrettanto numerose.

Ma come funziona il cambio automatico e, soprattutto, come imparare a usarlo al meglio nella guida di tutti i giorni? Cerchiamo di fare ordine.

Cos’è il cambio automatico

Per definizione, il cambio automatico è una tipologia di cambio che permette di selezionare le marce durante il movimento della macchina in totale autonomia. Senza dover, dunque, "scalare" a seconda della situazione che ci si presenta davanti.

Si tratta di una tipologia di utilizzo molto più semplice e immediata, per quanto a livello di prestazioni gli automobilisti più convinti (e appassionati) non gradiscano particolarmente questa variante. Ma soprattutto per i neofiti con poca dimestichezza, questa condizione è decisamente favorevole.

Ma quali sono le differenze con il cambio manuale? Infatti, non esiste una sola differenza, bensì più di una. Quella principale riguarda l’assenza del pedale della frizione, cosa che invece nei veicoli a trasmissione non automatica è presente per forza di cose.

Inoltre, le auto dotate di un cambio automatico hanno solitamente un peso maggiore. La trasmissione automatica richiede, non a caso, una presenza massiva di componenti aggiuntive, che rendono questi veicoli tendenzialmente molto più pesanti.

Esistono vari modelli di cambio automatico, ma come funziona per la precisione? Ecco una spiegazione semplice ed esaustiva.

Il funzionamento del cambio automatico

In termini pratici, il processo di funzionamento del cambio automatico è piuttosto intuitivo. I veicoli di questa tipologia selezionano il rapporto ideale grazie alla centralina, ovvero il cuore pulsante del veicolo.

Questa si occupa di effettuare il passaggio di marcia, in relazione alla velocità che il veicolo sta percorrendo in quel preciso istante. Ciò significa che, alle velocità urbane, la marcia ideale sarà la terza. Nelle strade extra-urbane e nelle autostrade la quinta o la sesta, e va discorrendo.

Tutto è strettamente correlato al numero di giri del motore, i quali rappresentano il parametro ideale per fare capire alla centralina quale marcia utilizzare. Il resto del compito spetta, dunque, al guidatore, che dovrà rallentare o accelerare a seconda della situazione.

La tipologia più comune è quella idraulica a rotismi epicicloidali. Gli elementi che la compongono sono tre, e adempiono tutti quanti al suo corretto funzionamento:

  • il primo elemento è il convertitore di coppia, che sostituisce sostanzialmente la frizione;
  • il secondo elemento, invece, è invece il gruppo di rotismi epicicloidali, i quali determinano tutti i rapporti che vengono innestati durante la marcia;
  • terzo e ultimo è l’attuatore, ovvero l’elemento che determina la marcia da utilizzare.

Come si può evincere, questi tre componenti lavorano all’unisono.

Cambio automatico, come si usa in modo corretto?

Sia a livello concettuale che a livello pratico, il funzionamento del cambio automatico è molto semplice. Se la macchina è ferma, a prescindere dal fatto che sia accesa o spenta, la levetta del cambio dovrà essere spostata sulla lettera P, che equivale a "parking".

Si tratta di un comando molto simile all’auto messa in folle, volendo citare il cambio tradizionale. Una condizione fondamentale per fare in modo che la marcia venga inserita correttamente, è bene tenere il piede sul freno.

Dopodiché, durante la marcia si dovrà spostare la levetta sulla lettera D (drive), mentre per la retromarcia ci sarà la lettera R. Come anticipato nel paragrafo precedente, durante il movimento la macchina agisce e opera in totale autonomia. Non ci sono dunque sollecitazioni da parte di chi guida.

L’unica condizione in cui l’automobilista può avere un minimo di potere decisionale, è solamente quando l’auto prosegue il suo cammino in modalità semiautomatica. Se si sposta la leva tutta a sinistra, si diventerà "padroni della situazione".

Da qui, spostando la leva in avanti la marcia scenderà, mentre spostandola indietro essa salirà. Questa modalità può fare comodo in determinate situazioni, per esempio quando si sta affrontando una lunga discesa.

Un rapporto agile e selezionato personalmente può essere una scelta molto più efficace, rispetto alla fiducia incondizionata che si nutre nel cambio automatico. A proposito di ciò, quali sono i suoi pro e contro? Scopriamolo insieme nel prossimo paragrafo.

Pro e contro del cambio automatico

I vantaggi di un cambio così impostato sono molteplici. Innanzitutto, il fatto che il conducente durante la marcia sia agevolato in tutto e per tutto. Senza contare che, soprattutto per i veicoli dalle prestazioni migliori, si possa avere un’incidenza positiva anche dal punto di vista dei consumi.

Coloro che hanno l’incubo delle salite, ritrovandosi spesso costretti a spuntare con il freno a mano, non avranno più alcun problema grazie al cambio automatico. Basterà, infatti, lasciare il pedale del freno e accelerare, e la macchina partirà senza dover per forza trovare il punto di innesto adeguato.

Inoltre, il cambio non manuale permette di avere maggiore sicurezza durante la guida, dato che consente all’automobilista di tenere entrambe le mani sul volante. Cosa che non sempre viene fatta, dovendo cambiare marcia di frequente.

L’aspetto negativo è invece uno solo, ed è perlopiù di natura economica. Queste tipologie di veicoli hanno, infatti, un prezzo di listino più elevato rispetto alle alternative "manuali", fattore che condiziona soprattutto in caso di acquisto di un’auto nuova.

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