ESP: cos’è e come funziona il controllo elettronico della stabilità

Andrea Tomelleri

02/02/2024

02/02/2024 - 12:05

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Il controllo elettronico di stabilità, noto con la sigla ESP, è un importante dispositivo che previene la perdita di controllo del veicolo. Scopriamo significato e funzionamento.

Uno dei sistemi di sicurezza attiva più importanti presenti a bordo delle nostre auto è sicuramente l’ESP o controllo elettronico della stabilità. Fin da quando è stato introdotto per la prima volta, alla metà degli anni ’90, è tra i dispositivi che ha contribuito maggiormente ad evitare incidenti e, quindi, anche a salvare delle vite. Proprio per questo si tratta di un sistema oggi obbligatorio sulle auto di nuova produzione.

Ma cosa significa ESP? Qual è il suo funzionamento per la sicurezza? Ecco una guida completa sul controllo elettronico della stabilità, un sensore necessario per la tua automobile.

Cos’è l’ESP: significato e definizione

Il controllo elettronico della stabilità, chiamato comunemente ESP ma indicato anche con altre sigle, è il dispositivo che ha lo scopo di mantenere il controllo del veicolo da parte del conducente in situazioni sfavorevoli, come, ad esempio, una sterzata improvvisa, l’ingresso in curva a velocità eccessiva o la perdita di aderenza su un fondo scivoloso o bagnato.

La sigla ESP è un acronimo che sta per Electronic Stability Control, in inglese, o Elektronisches Stabilitätsprogramm, in tedesco, tradotto in italiano come controllo elettronico della stabilità. Si tratta di un marchio registrato dalla Bosch (insieme a Mercedes) e per questo il sistema viene commercializzato anche con altri nomi, tra cui:

  • Esc (Electronic Stability Control);
  • Dsc (Dynamic Stability Control);
  • Vdc (Vehicle Dynamic Control);
  • Vsa (Vehicle Stability Assist).

ESP: storia ed evoluzione

Questo sistema di sicurezza è tra quelli che hanno maggiormente contribuito a ridurre gli incidenti, insieme, ovviamente, all’ABS (sistema di anti-bloccaggio in frenata). Come quest’ultimo, anche l’ESP è stato sviluppato dalla Bosch e, negli anni, è stato costantemente migliorato per offrire standard di sicurezza sempre più elevati.

Fin dagli Anni ’80, la Bosch e la Daimler (Mercedes) avevano iniziato a lavorare, separatamente, su dei sistemi elettronici per aumentare la stabilità dei veicoli. La versione commerciale è stata introdotta nel 1995 e i primi costruttori a vendere auto con questo dispositivo sono state la Mercedes-Benz e la BMW. In particolare, i primi modelli in assoluto ad adottarlo sono stati la Mercedes S600 Coupé, seguita dalle versioni berlina e SL, e la BMW Serie 7.

Ma l’ESP è diventato famoso al grande pubblico solo nel 1997 in relazione al caso della Mercedes Classe A, che presentava problemi di stabilità nei test dell’alce condotti dalla stampa. Il clamore generato dalla vicenda portò la Casa tedesca ad introdurre il dispositivo di serie sul modello, “salvandone” di fatto il destino commerciale che altrimenti sarebbe stato compromesso. Di lì a poco anche gli altri costruttori iniziarono a rendere disponibile il sistema sulle loro vetture e l’opinione pubblica iniziò a fare pressione sui legislatori dei vari Paesi per renderlo obbligatorio.

Da quando è stato introdotto sul mercato, si stima che l’ESP abbia contribuito a salvare oltre 15.000 vite e ad evitare almeno 500.000 incidenti, che avrebbero potuto causare lesioni più o meno gravi a conducenti e non. Si stima che il dispositivo riesca ad evitare fino all’80% delle situazioni potenzialmente critiche per la stabilità del veicolo.

ESP obbligatorio su tutte le auto: la svolta normativa

Una volta riconosciuta l’efficacia del sistema elettronico di stabilità nell’aumentare la sicurezza attiva dei veicoli in circolazione sulle nostre strade, i legislatori di diversi Paesi nel mondo hanno deciso di rendere obbligatorio questo sistema su tutti i veicoli.

Nell’Unione Europea, l’obbligo è stato lanciato in modo graduale: per i nuovi modelli a partire dal 2011, mentre per tutti i veicoli di nuova immatricolazione a partire dal 2014. Attualmente l’ESP è obbligatorio anche in Australia, Nuova Zelanda, Israele, Russia, Corea del Sud, Giappone, Turchia, Canada e Stati Uniti.

In diversi altri Paesi l’ESP è scelto volontariamente dagli automobilisti, ma in molti mercati emergenti non è ancora obbligatorio. L’esperienza dell’Europa e degli altri stati dimostra che il controllo elettronico di stabilità, ove reso obbligatorio, ha fatto registrare un corposo calo di sinistri.

ESP: come funziona?

Quando il conducente di un veicolo cambia direzione in modo repentino, sterzando bruscamente, vengono applicate delle forze trasversali che possono rendere instabile il veicolo. Il controllo elettronico della stabilità ha il compito di contrastare in anticipo queste forze, intervenendo sui freni ed eventualmente anche sul motore e sulla trasmissione.

L’ESP è composto dai diversi componenti, tra i quali possiamo annoverare:

  • un sensore di giri su ogni ruota;
  • un sensore di giri che misura la rotazione del veicolo attorno al proprio asse;
  • un sensore dell’angolo di sterzata, che riconosce la manovra che il conducente sta eseguendo;
  • la centralina di controllo.

La centralina dell’ESP esegue un calcolo, fino a 25 volte al secondo, in base ai dati registrati dai sensori e determina quando e come intervenire. Se è necessario, ad esempio, frenare una ruota, il gruppo idraulico aumenta o riduce la pressione di frenata nell’impianto frenante delle ruote.

Vediamo come si comporta il controllo elettronico della stabilità nel caso in cui il guidatore di un’auto sia costretto a sterzare all’improvviso per evitare un ostacolo sulla carreggiata. In questa situazione si avrà una prima manovra di sterzata (per evitare l’impatto con l’ostacolo) e una successiva manovra per rientrare nella direzione iniziale di marcia.

Cosa succede durante la prima deviazione brusca? Il conducente è obbligato a sterzare velocemente (ipotizziamo a sinistra) e questa manovra viene registrata dal sensore dell’angolo di sterzata e trasmessa alla centralina; contemporaneamente il sensore di giri rileva un andamento sottosterzante del veicolo (cioè quest’ultimo tende ad allargare la traiettoria rispetto alla curva impostata o, in altre parole, continua ad andare dritto verso l’ostacolo). In qualche frazione di secondo l’ESP crea una forza di verso opposto, frenando la ruota posteriore interna alla traiettoria (in questo caso la ruota posteriore sinistra): così facendo, il veicolo segue la traiettoria voluta dal conducente.

Durante la seconda manovra, con cui il guidatore cerca di riallineare il veicolo, si può creare una situazione di sovrasterzo, cioè con la possibilità che il posteriore tenda a sbandare (verso sinistra in questo caso). Il controllo elettronico di stabilità rileva attraverso l’apposito sensore che il numero di giri a destra è superiore rispetto a quanto richiesto per rispettare la traiettoria impostata dal guidatore. In questa situazione l’ESP frena la ruota anteriore sinistra, mantenendo il veicolo stabile. Il sistema può anche intervenire sul motore "tagliando" la potenza, se necessario.

Spia ESP: cosa accade quando si accende?

Come detto, l’ESP è obbligatorio su tutte le auto immatricolate in Europa dal 2014; quindi, è presente su gran parte dell’attuale parco circolante italiano. Nel quadro strumenti delle auto che ne sono dotate, la spia del controllo elettronico della stabilità non è visibile in condizioni normali, dal momento che si accende solo per segnalare l’entrata in funzione del dispositivo (per il tempo necessario, solitamente qualche secondo al massimo) oppure un malfunzionamento.

In base al modello di auto, la spia si presenta in modo diverso.

  • ESP: triangolo con un’auto che sbanda. Questa spia si presenta con un colore giallo e rappresenta in modo stilizzato un’auto che cambia traiettoria.
  • ESP: spia triangolo con cerchio. Questa spia invece contiene un triangolo con all’interno un punto esclamativo, il tutto a sua volta inscritto in una freccia circolare.
  • ESP: sigla con cerchio. Un’altra variante è la scritta “ESP” all’interno di un cerchio chiuso con due piccole linee curve (simili a delle parentesi) ai lati.

Approfondiamo le diverse situazioni che si possono presentare in relazione alla spia dell’ESP.

  • La spia ESP si accende: indica che il sistema di controllo elettronico della stabilità si è attivato per correggere un possibile comportamento anomalo del veicolo, come un sottosterzo, un sovrasterzo o una perdita di aderenza su fondo scivoloso.
  • La spia ESP è sempre accesa: potrebbe indicare un’anomalia del dispositivo. Alcune auto, in aggiunta, mostrano il messaggio di guasto o errore del sistema.

Quando disattivare l’ESP

L’ESP è importantissimo per la sicurezza attiva perché previene la perdita di stabilità del veicolo, ma ci sono delle situazioni in cui può rivelarsi controproducente. Si tratta di condizioni particolari di fondo estremamente scivoloso da affrontare a bassa velocità, come ad esempio una salita o una rampa in presenza di neve oppure un fondo non asfaltato a bassa aderenza.

In questi casi il pattinamento delle ruote è utile per far sì che il veicolo non perda slancio e riesca comunque a procedere. Se il sistema di controllo di trazione è attivato, lo slittamento ovviamente non è possibile e quindi è necessario escluderlo.

Su tutte le auto il sistema è disattivabile – sulle auto più sofisticate anche in modo parziale – e la modalità dipende dal costruttore e dal tipo di modello. A volte è presente un semplice tasto da premere – facendo attenzione a non disattivarlo accidentalmente! – altre volte bisogna navigare nel menù del computer di bordo e selezionare l’apposita opzione, ovviamente a vettura ferma. In ogni caso, basta consultare il libretto di uso e manutenzione del proprio veicolo per sapere come fare.

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