Carburanti, perché il prezzo di benzina e diesel è rimasto uguale nonostante l’aumento delle accise
Un mese fa, prima del rialzo delle accise di 12,2 centesimi voluto dal governo Meloni, la benzina costava come ora. Come è possibile che il prezzo non sia aumentato e cosa può comportare?
Sul prezzo di benzina e diesel si potrebbe dire che Giorgia Meloni ha vinto la sua scommessa rischiosa. O quasi. Sì, perché, a distanza di venti giorni dall’aumento del costo del carburante, causato dall’innalzamento delle accise di 12,2 centesimi, il prezzo è tornato sostanzialmente ai livelli di fine novembre, senza una differenza sostanziale.
Come è possibile tutto ciò? Ovviamente dietro c’è un abbassamento del valore del petrolio, con un calo sui mercati internazionali che prosegue in maniera progressiva. In generale si sono visti negli ultimi tempi solo lievi e sporadici rialzi, ma il trend complessivo rimane negativo.
Pertanto, se le accise non fossero salite, oggi vedremmo prezzi alla pompa ancora più bassi, come mai visti quest’anno. Ma in ogni caso i cittadini non hanno subito il temuto aumento, se non per pochi giorni.
Benzina e diesel, il prezzo oggi
Secondo l’elaborazione dei dati dell’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico da parte di Staffetta Quotidiana, ora il prezzo medio per la benzina self service è di 1,653 euro/litro, mentre il diesel è a 1,719 euro/litro. Per quanto riguarda il servito, invece, i prezzi salgono rispettivamente a 1,800 euro/litro e 1,766 euro/litro. Eni ha ridotto di un centesimo al litro i prezzi consigliati, così come Ip. Tamoil ha invece fatto scendere la benzina di due centesimi e il gasolio di tre.
Carburanti, quanto costavano prima dell’aumento delle accise
Se andiamo a vedere i prezzi del 30 novembre vediamo che sono solo leggermente più alti rispetto ad oggi. La benzina self service era a 1,655 euro al litro, il diesel, sempre self service a 1,73 euro al litro. Quanto al servito la media della benzina verde era sotto quota 1,8 euro al litro, il gasolio era a 1,88 euro al litro.
Ad oggi, come prima dell’aumento delle accise, si può trovare tranquillamente la benzina in alcuni distributori anche a 1,52 euro al litro o poco più.
Prezzi dei carburanti, perché Meloni ha alzato le accise
In questo senso il governo Meloni ha vinto la sua scommessa: ha recuperato circa 400 milioni di euro al mese (con il taglio complessivo del governo Draghi da 30,5 centesimi al litro tra accise e Iva che costava 1 miliardo ogni trenta giorni) e nel giro di pochi giorni il prezzo, dopo una prima fiammata, è tornato ai livelli di fine novembre.
Come cambierà il prezzo della benzina nei prossimi mesi
Tuttavia bisogna mettere in evidenza due fattori. Il primo è che, se si fosse mantenuto il taglio completo delle accise, oggi la benzina si potrebbe trovare anche a 1,4 euro al litro e il diesel a 1,6. Il secondo è che il prezzo futuro dipenderà dagli andamenti di mercato e un progressivo abbassamento del valore del petrolio non è un buon segno per l’economia mondiale.
Il prezzo del greggio sta scendendo sui mercati perché c’è incertezza sull’andamento generale dell’economia. Per il prossimo anno gli analisti prevedono una domanda in calo, segnale di recessione, con i produttori dell’Opec+ che hanno già iniziato un primo ciclo di tagli all’offerta. Su questo scenario pesano: le politiche monetarie restrittive di Fed e Bce, il rallentamento economico della Cina e le sanzioni contro la Russia.
Se il valore del petrolio scendesse troppo mentre c’è una recessione, si potrebbe verificare una reazione difensiva dell’Opec+, con nuovi tagli corposi alla produzione ed effetti ancor più problematici.
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