Benzina, perché e quando può tornare lo sconto sui carburanti: il piano del governo per reintrodurre il taglio delle accise

Giacomo Andreoli

5 Gennaio 2023 - 12:05

condividi

Secondo il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, il governo è pronto a intervenire ancora se il prezzo di benzina e diesel dovesse tornare stabilmente sopra i 2 euro al litro.

Se il prezzo di benzina e diesel supererà la soglia dei 2 euro, sarà “solo speculazione”, ma in ogni caso il governo sarebbe pronto a intervenire per calmierare il costo. A dirlo è il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in un’intervista a La Stampa. In questo modo l’esponente di Forza Italia risponde alle critiche contro l’esecutivo per aver azzerato lo sconto sulle accise, facendo salire il prezzo dei carburanti.

Tra il 30 dicembre e l’inizio del nuovo anno, infatti, benzina e diesel hanno visto il loro costo salire di circa 20 centesimi al litro, per effetto dell’eliminazione dello sconto da 18,3 centesimi sulle accise più alcuni aumenti stabiliti dalle compagnie e dai distributori, “per motivi di mercato”, dicono loro.

Prezzo benzina e diesel vicino ai 2 euro, colpa della speculazione?

In questo modo i prezzi sono tornati vicini alla soglia psicologica dei 2 euro al litro, scatenando le polemiche e anche nuovi sospetti di avvenuta speculazione in alcune pompe di benzina.

Non a caso lo scorso mese la guardia di finanza, dopo la precedente riduzione dello sconto sulle accise di 12,2 centesimi al litro ha attivato una sorveglianza speciale, diramando ai nuclei territoriali una serie di istruzioni specifiche, facendo attenzione ai dati comunicati delle giacenze fisiche e contabili.

Insomma, vengono controllati i prezzi comunicati al ministero delle Imprese, verificando la corrispondenza tra gli importi pubblicizzati e quelli praticati alla pompa di benzina. Insomma, il sospetto che si sia lucrato sulle scorte di prodotto acquistate quando le riduzioni d’imposta erano più alte c’è.

Pichetto, abbiamo usato i soldi delle accise per altro

Secondo Pichetto prima di approvare la legge di Bilancio il governo Meloni ha fatto un ragionamento e ha deciso di investire la maggior parte delle risorse a disposizione nelle casse dello Stato (circa 21 miliardi di euro) per affrontare il caro-bollette. Si è ritenuto quindi “sopportabile” un aumento del prezzo della benzina, per utilizzare quei soldi su altri fronti.

A chi, dall’opposizione dice che Meloni ha sempre promesso di abbattere le accise e che l’esecutivo di miliardi ne ha spesi altri 14 per cose “evitabili” come l’estensione della flat tax, il ministro replica piccato. Sottolinea infatti che la tassa unica faceva parte del programma di centrodestra e che le partite Iva sono sempre state “tartassate”, dunque ora andrebbero ulteriormente aiutate.

La scommessa del governo Meloni sul prezzo della benzina

Con i livelli attuali del prezzo del gas e del petrolio - sostiene il ministro - io credo che un eventuale sforamento dei due euro sarebbe solo speculazione”. Insomma, il forzista è convinto che le dinamiche di mercato possano tenere il prezzo della benzina entro dei limiti non elevati. Una scommessa fatta anche a inizio dicembre con il primo taglio dello sconto sulle accise e allora vinta, visto che in venti giorni il prezzo è tornato uguale a fine novembre.

Ora, poi, il petrolio continua a perdere valore sui mercati internazionali sulla scia di una attesa di calo della domanda. Le previsioni di medio periodo per l’anno, però, vedono un rialzo. Cosa che potrebbe tenere alti i prezzi del carburante, con magari qualcuno che ci specula su.

Quando può tornare il taglio delle accise

Forse per questo Pichetto ha voluto sottolineare che in caso di emergenza il governo potrebbe intervenire e il primo strumento utile sarebbe una retromarcia, rimettendo uno sconto proprio sulle accise. In contemporanea si potrebbe intensificare l’attività della guardia di finanza, assieme a una stretta su multe e pene per i truffatori.

Argomenti

# Diesel

© RIPRODUZIONE RISERVATA