Incentivi benzina e diesel: la proposta per impiegare i bonus inutilizzati
Il ministro Adolfo Urso è intenzionato a sbloccare 360 milioni di euro che dovevano essere utilizzati per l’acquisto di auto elettriche e che sono attualmente inutilizzati.
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, sta lavorando ad un piano per incentivare l’acquisto di autoveicoli benzina e Diesel spostando - almeno parzialmente - i fondi destinati ai bonus per veicoli elettrici e al momento non utilizzati.
L’anno scorso, a fronte di uno stanziamento di 700 milioni di euro per l’ecobonus auto, sono avanzati circa 300 milioni destinati a finanziare l’acquisto di veicoli elettrici e ibridi plug-in.
Il risultato del 2023 non sembra molto diverso con i fondi per acquistare vetture ad alimentazione tradizionale terminati in poche settimane e solo 65 milioni di euro utilizzati per l’acquisto di veicoli nella fascia a minori emissioni (0-60 g/km CO2) a fronte di 425 milioni stanziati.
Nei mesi scorsi il ministro Urso aveva già segnalato la possibilità di rimodulare la dotazione per ciascuna fascia di emissioni identificata dall’ecobonus, anche sulla scorta di un disegno di legge che prevedeva per l’anno 2023 la possibilità di applicare dei correttivi in funzione dell’andamento del mercato.
L’indirizzo degli incentivi statali perseguirà quindi il fine di rinnovare il parco circolante italiano - composto per il 25% da veicoli con classe di omologazione fino a Euro 3 - mediante un rifinanziamento dei bonus esistenti per l’acquisto di moderne vetture benzina e Diesel Euro 6.
Anche se la rimodulazione degli incentivi auto 2023 avverrà presumibilmente dopo l’estate, Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’ACI, ha commentato con soddisfazione le dichiarazioni di Adolfo Urso: "Esprimo piena soddisfazione per quanto dichiarato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy che ha colto il vero punto per accelerare la transizione ecologica in Italia. Il nostro parco auto è tra i più vetusti d’Europa per l’altissimo numero di veicoli da Euro 0 a Euro 3, i più inquinanti e i meno sicuri, ma gli italiani non sono, oggi, nelle condizioni economiche per saltare, in un sol colpo, direttamente sui veicoli totalmente elettrici. Purtroppo, nonostante i costanti investimenti dei costruttori e sulle infrastrutture, l’auto elettrica fatica ancora a rispondere alle necessità di tutte le famiglie italiane, che con un’unica vettura devono affrontare differenti bisogni di mobilità. Concordo pienamente con il Ministro, quindi, che la nostra priorità debba essere rottamare, nel minor tempo possibile, quel 25% di automobili che rappresenta la stragrande maggioranza delle emissioni da mobilità privata. Convertire gli incentivi per le auto elettriche in incentivi per l’acquisto di auto a basse emissioni, ad esempio quelle nella fascia 61-135g CO2/km, è la strada corretta. Non da ultimo, aggiungo che rottamare tali mezzi, ormai molto usurati, significa anche elevare notevolmente la sicurezza, sia per i passeggeri sia per gli altri utenti della strada a iniziare dai pedoni e dai ciclisti, anche grazie alle tecnologie ADAS e a carrozzerie sempre più progressive negli impatti".
© RIPRODUZIONE RISERVATA