Michael Schumacher portato a Parigi per una cura top secret
Michael Schumacher è stato trasportato in gran segreto a Parigi, presso l’ospedale Georges Pompidou, per una cura segreta. Lo rivela il quotidiano Parisien.
A quasi sei anni dalla drammatica caduta dagli sci sulle nevi svizzere - e dopo il silenzio nel quale si è chiusa la famiglia - si torna a parlare della salute di Michael Schumacher. Secondo il quotidiano francese Parisien, il sette volte campione del mondo tedesco sarebbe stato portato in gran segreto a Parigi per sottoporlo a delle cure “top secret”.
Il ricovero è avvenuto presso l’ospedale “George Pompidou”, che interpellato dai media non ha né confermato né smentito la notizia. Sempre secondo le indiscrezioni raccolte dal Parisien, Schumacher sarebbe stato sottoposto ad un trattamento che prevede l’infusione di cellule staminali per ottenere un’“azione anti-infiammatoria sistemica”.
Due i cicli di infusione previsti: uno dovrebbe essere stato effettuato ieri e un secondo oggi. A supervisionare le cure c’è professor Philippe Menasché, grande cardiologo nonché specialista delle terapie con cellule staminali. È doveroso sottolineare come la scienza non abbia una soluzione ai gravi danni neurologici che la caduta di Méribel ha causato al campione, ma è altrettando doveroso riportare la notizia pur senza alimentare false speranze.
Michael Schumacher a Parigi più volte quest’anno
Non sarebbe la prima volta che l’ex ferrarista viene portato a Parigi per cure specialistiche. Secondo i media francesi il campione tedesco è stato nella capitale francese almeno altre due volte nel corso del 2019, anche se la notizia non trova conferme ufficiali da parte della famiglia Schumacher.
La moglie Corinna ha finora rifiutato proposte di cure sperimentali che le sono arrivate da tutto il mondo, ma probabilmente quelle praticate all’ospedale Pompidou siano statre giudicate valide. Un’ambulanza con targa svizzera è arrivata ieri alle 15 presso l’ospedale parigino, la barella con Schumacher - opportunamente coperta con un telo blu e circondatra da una decina di uomini della sicurezza insiema al professor Menasché - è stata portata nella stanza a lui riservata.
Schumacher in cura dal professor Menasché
Il ricovero di Michael Schumacher all’ospedale Georges Pompidou di Parigi viene seguito dal professor Philippe Menasché e dal professor Gérard Saillant. Il primo - chirurgo e cardiologo - fa parte anche del consiglio di amministrazione dell’ “Istituto del cervello e del midollo spinale” ospitato dall’ospedale Pitié-Salpêtrière di Parigi, dove Schumacher sarebbe stato portato nel corso del suo primo soggiorno.
Menasché è famoso per le ricerche nella terapia dell’insufficienza cardiaca tramite staminali. Non è stato precisato il tipo di cure a cui sottoporrà Schumacher, ma secondo il Parisien il campione potrebbe ricevere per via endovenosa cellule staminali per “ottenere un’azione anti-infiammatoria sistemica”, cioè in tutto l’organismo.
Philippe Saillant - chirurgo ortopedico - segue da tempo le lesioni cerebrali di Schumacher ed è stato visto lunedì nei corridoi del Pompidou.
Tentativi del genere anche su pazienti italiani
Come spiega il professor Angelo Vescovi, direttore scientifico dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza interpellato da Repubblica, tentativi con le cellule staminali come quello effettuato su Schumacher a Parigi sono stati effettuati anche in Italia su pazienti in coma. E proprio per questo, Vescovi 6 anni fa venne contttato dalla famiglia Schumacher ma la cosa non ebbe seguito.
L’infusione di cellule staminali - spiega Vescovi - è stata utilizzata più volte, ad esempio su un ragazzo in come affetto da sclerosi multipla. Poi, dopo il caso Stamina, la normativa si è fatta più stringente e per evitare il proliferare di nuovi ciarlatani pronti ad approfittare di famiglie disperate è importante che questo avvenga sotto la vigilanza di un comitato etico.
“E’ possibile che si cerchi di infondere qualche tipo di cellula nei ventricoli cerebrali, tecnicamente ormai è un intervento quasi di routine, che anche noi utilizziamo nei test sui pazienti con sclerosi multipla”, spiega Vescovi. “Lì le cellule riducono l’infiammazione, e rilasciano sostanze nutritive che teoricamente potrebbero dare dei benefici anche per una persona in coma. Personalmente non sono contrario a questo tipo di tentativi, purché fatti sotto il controllo di un comitato etico, in sicurezza per il paziente e nel rispetto delle leggi, come sicuramente sta avvenendo a Parigi”.
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