Jaguar Land Rover vince la causa contro la copia cinese della Evoque
Un tribunale cinese ha stabilito che il SUV Landwind X7 prodotto dalla Jiangling è il clone della Range Rover Evoque. Il costruttore inglese ottiene anche un risarcimento.
Jaguar Land Rover incassa la vittoria nella causa intentata in Cina contro Jiangling, costruttore cinese che ha realizzato il SUV Landwind X7 copiando spudoratamente la Range Rover Evoque. Ad emettere il verdetto è stata la Corte Distrettuale di Chaoyang, che ha riconosciuto come la Landwind X7 abbia in comune con la Evoque almeno cinque caratteristiche uniche, rendendola di fatto un clone del SUV inglese.
La decisione riguarda la prima generazione della Landwind X7, presentata nel 2014. Ma, dal momento che nel successivo restyling Jiangling ha modificato in maniera sostanziale l’aspetto del proprio SUV, la Casa cinese non sarà obbligata a bloccarne produzione e vendita. Dovrà comunque versare un risarcimento a Jaguar Land Rover per aver indotto in errore i consumatori.
Non è la prima volta che un costruttore automobilistico cinese copi modelli di marchi europei, anzi è un fatto piuttosto frequente. Una prassi non sempre facile da arginare, visto che raramente i tribunali cinesi riconoscono le ragioni di aziende straniere privilegiando invece quelle nazionali, spesso di proprietà statale o comunque partecipate governo cinese.
Auto europee e cloni cinesi: un storia travagliata
Jaguar Land Rover può dunque ritenersi soddisfatta e - soprattutto - fortunata della vittoria ottenuta in un tribunale cinese. Ad altri costruttori europei non è andata così bene e nonostante le evidenze non sono riusciti ad ottenere lo stesso risultato. Viene quindi da pensare che - forse - la decisione sia anche “politica”, mirata a non trasmettere a livello internazionale l’immagine di una Cina troppo ostile alle aziende straniere.
“La sentenza è molto significativa”, ha dichiarato alla Reuters Michael Dunne, CEO della società di consulenza automobilistica ZoZoG con sede a Hong Kong. “Per anni, le Case automobilistiche straniere hanno portato i rivali cinesi in tribunale per aver copiato i propri progetti e hanno regolarmente perso: GM, Mercedes, BMW e Toyota”.
Anche Fiat, che nel 2008 perse la causa per il plagio della Panda ad opera di Great Wall, marchio cinese la cui Peri rea oggettivamente del tutto simile alla citycar torinese. Il Lingotto fu costretto anche a pagare le spese processuali presso la corte cinese, aggiungendo la beffa al danno subito. Non è andata meglio a Toyota per il clone della Yaris.
Miglior sorte è toccata a Neoplan: il costruttore di autobus e pullman tedesco si è visto riconoscere il diritto d’autore nella causa intentata contro Zonda Industrial Group. Una corte cinese ha riconosciuto che l’A9 di Zonda era a tutti gli effetti un clone dello Starliner di Neoplan, intimando al Marchio cinese lo stop immediato della produzione e un risarcimento di 20 milioni di yuan a Neoplan.
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