Il motore diesel è fondamentale nella lotta alle emissioni

Redazione Motori

18 Marzo 2019 - 15:14

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Al FORUMAutoMotive si torna a parlare del motore diesel grazie ad uno studio che ne evidenzia gli enormi passi avanti e le ridotte emissioni di inquinanti e climalteranti.

Un moderno motore diesel Euro 6 contribuisce in maniera determinante alla lotta alle emissioni. Alle conferme circa il basso impatto ambientale dei moderni propulsori a gasolio arrivate di recente, se ne aggiunge un’altra: lo studio studio dell’Unione Petrolifera “Lotta alle emissioni: diesel da assolvere”.

Lo studio, illustrato oggi a Milano nel corso dell’evento promosso da FORUMAutoMotive - il movimento di opinione sui temi legati alla mobilità a motore promosso dal giornalista Pierluigi Bonora - parla chiaro: un motore diesel Euro 6 emette il 95% in meno di NOx rispetto a una Euro 0 e il 96% in meno di PM rispetto a un veicolo Euro 1.

Sono le conseguenze dell’evoluzione tecnologica applicata ai motori diesel, che ha consentito di abbattere drasticamente anche le polveri sottili PM2,5. Per fare un paragone pratico, un’auto diesel produce 100 grammi di PM ogni 20.000 chilometri, la stessa quantità che una stufa a pellet emette in 32 ore di funzionamento.

Inoltre, i bassi consumi garantiti dal motore diesel sono prerogativa di basse emissioni di CO2, dal momento che quest’ultima è direttamente proporzionata alla quantità di carburante utilizzato durante il funzionamento di qualsiasi propulsore. Il report intende contrastare pregiudizi, demagogie e vere fake news circa i motori sui diesel, additati spesso ed erroneamente di essere come la principale fonte dell’inquinamento urbano, e di conseguenza colpiti con provvedimenti inutili e controproducenti.

Eliminare le auto diesel non riduce le emissioni di CO2

La teoria secondo la quale eliminare dal mercato le auto diesel favorisce la riduzione di CO2 viene smentita dai dati statistici relativi al mercato auto italiano dei primi due mesi del 2019. In questo periodo le vetture alimentate a gasolio hanno perso oltre i 10% della quota mercato rispetto al 2018, passando dal 55,8% al 43,2% del totale.

Ma le emissioni medie di CO2 - calcolate in base alle rilevazioni dei test di omologazione - non sono calate. Al contrario, secondo i dati forniti dalla Motorizzazione, la media delle emissioni di Anidrite Carbonica del totale immatricolato a gennaio e a febbraio 2019 è passato da 112,8 a 121,5 g/km. Un dato che va nella direzione opposta all’impegno di ridurre la CO2 entro il 2030.

Non esistono auto ad impatto ambientale zero

Occorre poi fare un’ulteriore precisazione: non esiste un veicolo ad “impatto ambientale zero”. Il concetto di impatto ambientale va valutato sul ciclo di vita del veicolo - non sulla sola condizione di marcia - secondo lo standard Life Cycle Assessment (LCA). Una valutazione che tiene conto delle fasi di preproduzione (compresa l’estrazione e la lavorazione delle materie prime), produzione, distribuzione, uso (inclusa la manutenzione), riciclaggio e dismissione finale. La procedura LCA è standardizzata a livello internazionale dalle norme ISO 14040

È un punto importante da evidenziare, perché viene spesso equivocato. Un esempio eloquente è il sistema di bonus/malus introdotto di recente con l’Ecobonus e l’Ecotassa, che non si basano sull’LCA ma solamente sul dato delle emissioni. In definitiva, per ridurre le emissioni di inquinanti e di climalteranti è fondamentale favorire il ricambio delle vecchie auto con modelli nuove a basso impatto ambientale. Dunque non necessariamente elettrici o ibridi.

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