Russia: riparte la produzione Lada dopo l’addio di Renault

Gaetano Cesarano

06/03/2023

24/03/2023 - 16:25

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Annunciata nel 2022 per competere con Hyundai e Skoda, e mai approdata sul mercato a causa della guerra tra Russia e Ucraina, è appena iniziata la produzione della nuova Lada Vesta.

La nuova generazione della Lada Vesta era stata annunciata nel febbraio 2022, ma lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina e il successivo abbandono del mercato sovietico da parte del Gruppo Renault, azionista del gruppo Avtovaz, aveva portato all’interruzione della produzione.

Dal 2015 fino al 2021, la Lada Vesta è stata l’auto più venduta in Russia. Disponibile con carrozzeria berlina, station wagon e crossover, è frutto della partnership tra l’industria automotive sovietica e quella francese, sfruttando meccanica e pianale dei modelli Renault Logan e Sandero (per questioni di opportunità commerciale il marchio romeno Dacia non è mai stato distribuito in Russia).

All’inizio dello scorso anno era prevista la presentazione di una versione profondamente rinnovata e dotati di contenuti tecnici di prim’ordine: la Lada Vesta NG, ovvero New Generation, che avrebbe dovuto infatti disporre di ben 6 airbag, controlli di stabilità e trazione, e sarebbe stata la prima vettura della Casa sovietica ad essere dotata di sistemi di assistenza alla guida come il forward collision alert e il mantenimento della corsia.

A seguito dei noti eventi geopolitici che hanno portato alla cessione del 100% delle azioni Avtoframos (Renault Russia) al Governo di Mosca e del 68% di Avtovaz all’Istituto Centrale Ricerca e Sviluppo Automobili e Motori (Nami), la catena di montaggio, senza i fornitori chiave dei componenti automobilistici più importanti, si è però fermata. Almeno fino adesso perché dopo essere riuscita ad assemblare versioni semplificate (prive di airbag e ABS) dei modelli più vecchi in gamma, Autovaz ha da poco presentato la versione restyling della propria bestseller Vesta.

Lada Vesta New Generation: la prima dopo il divorzio da Renault

Lada Vesta New Generation

Il design tratteggiato da Steve Mattin - e che non aveva entusiasmato la ex-dirigenza Renault - è rimasto inalterato, ma è stata sospesa la produzione della versione berlina, lasciando spazio in gamma solo alla station wagon, disponibile anche in assetto rialzato stile crossover. Le novità si concentrano in una nuova griglia anteriore, paraurti ridisegnati e gruppi ottici LED. Nell’abitacolo si notano maggiori cambiamenti con una diversa console centrale, volante ridisegnato e nuovi comandi per il climatizzatore (solo in questo caso eredità Renault). Cambia anche il centro produttivo che adesso è lo storico stabilimento nella città dedicata a Togliatti, frutto degli accordi tra l’ex-Urss e la Fiat.

In totale oltre 200 componenti precedentemente importati sono adesso garantiti da fornitori locali o comunque alternativi a quelli individuati originariamente dal gruppo francese. Il sistema di sterzo non è più fornito da ZF ma dalla locale Steering Systems, i moduli delle centraline elettroniche non sono più Lear ma Itelma, che fornirà anche altri componenti digitali. I gruppi ottici Avtosveta hanno sostituito i Koito, mentre il sistema ABS è fornito dalla cinese Kesens. A differenza del progetto di rinnovamento originale mancano però del tutto i controlli di stabilità e trazione, i sistemi di assistenza alla guida e addirittura l’ESP.

Lada Vesta New Generation

Per quanto riguarda i motori è ancora viva l’eredità francese con il quattro cilindri benzina da 1.6 litri - e 90 CV di potenza - chiamato ad equipaggiare i primi esemplari che usciranno dalla rediviva linea di produzione. Insomma, nonostante gli sforzi, i limiti dell’industria automotive russa sono fin troppo evidenti, con i "fortunati clienti" che da maggio avranno la possibilità di acquistare una nuova Lada - non conforme agli standard internazionali - alla "modica" cifra di 1.500.000 rubli, al cambio circa 20.000 dollari.

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