Quando il Governo Berlusconi introdusse il superbollo
Nel corso del suo primo Governo, Berlusconi fu promotore di un’importante apertura verso la libera concorrenza nel mondo dell’auto, ma successivamente, complice anche un quadro economico molto diverso, sarà la sua squadra con il Ministro Tremonti a introdurre il superbollo auto.
Silvio Berlusconi è stato un personaggio di spicco nella politica italiana, noto per la sua carriera imprenditoriale e le sue esperienze come primo ministro italiano. La sua presenza nella scena politica italiana è stata sempre scandita da molti dibattiti e polemiche: nel 1994, durante il suo primo Governo, abolì la sovrattassa su auto e moto basata sui cavalli fiscali e rese fiscalmente deducibili anche i veicoli con cilindrata oltre i due litri, ma successivamente, anche se sono in pochi a ricordarlo tra le decisioni prese dai suoi governi successivi ci fu anche l’introduzione dell’attuale superbollo.
Nel 1993, l’allora premier Giuliano Amato aveva introdotto una supertassa su auto e moto considerate di lusso (un’imposta basata sui cavalli fiscali, molto stringente sui Diesel e sulle auto di cilindrate superiori al 2.0, oltre che alle moto, già a partire da 600cc) e vigeva la regola che le auto sopra il 2 litri di cilindrata non erano fiscalmente deducibili.
Cos’è il superbollo
Il superbollo è una tassa speciale sulle automobili introdotta in Italia nel 2011 per contrastare il consumo eccessivo e l’inquinamento e si aggiunge alla tassa di possesso automobilistica. I possessori di autovetture con potenza superiore a una determinata soglia devono versare un’addizionale erariale (cioè allo Stato, al contrario del bollo, che finisce nelle casse delle Regioni) sulle tasse automobilistiche.
I parametri del tributo introdotto a metà 2011 dal governo Berlusconi (10 euro/kW per ogni kW al di sopra della soglia dei 225), sono stati inaspriti a fine 2011 dal governo Monti. Tuttavia lo stesso governo Monti ha introdotto il principio della riduzione in funzione dell’anzianità dell’auto. Attualmente l’importo dell’addizionale erariale è pari a 20 euro/kw per ogni kw oltre la soglia di 185.
Sostanzialmente il tributo - anche per la soglia elevata della potenza massima del motore si applica a veicoli sportivi e di lusso.
L’introduzione del superbollo nel Governo Berlusconi
Nel contesto politico ed economico dell’epoca, Silvio Berlusconi ha proposto l’introduzione del superbollo come misura per affrontare sia le questioni ambientali sia le necessità di bilancio dello Stato. La proposta ha generato un acceso dibattito tra i sostenitori che vedevano nel superbollo una soluzione equa ed efficace e i critici che lo consideravano un’imposizione fiscale ingiusta e dannosa per l’industria automobilistica di lusso.
I sostenitori dell’introduzione del superbollo sostenevano che tale tassa avrebbe contribuito a ridurre l’inquinamento causato dalle auto di lusso, incoraggiando una transizione verso veicoli più eco-sostenibili. Sottolineavano anche l’importanza di una maggiore equità fiscale, poiché i proprietari di auto di lusso avrebbero dovuto pagare di più per l’uso di veicoli costosi. Al contrario, i critici del superbollo argomentavano che la tassa colpiva ingiustamente una specifica categoria di cittadini, penalizzando gli acquirenti di auto di lusso senza risolvere appieno il problema dell’inquinamento atmosferico.
Impatto sul settore automobilistico
Dopo un acceso dibattito parlamentare, il superbollo è stato effettivamente introdotto durante il governo di Silvio Berlusconi. Fu proprio l’allora Ministro Tremonti a prevedere per la legge finanziaria l’introduzione di una nuova imposta sulle auto che eccedevano la potenza massima di 225 kW. Il governo successivo ha invece abbassato la soglia di accesso al superbollo a 185 kW alzando il costo del tributo per ogni kW in più da 10 a 20 euro.
L’implementazione di questa tassa ha comportato un aumento significativo dei costi per i proprietari di auto di lusso, che dovevano affrontare un’imposizione fiscale maggiore rispetto alle vetture di fascia media. L’applicazione del tributo non ha comunque influito eccessivamente sulle vendite di auto sportive o comunque dotate di motori molto potenti, ma ha comunque frenato la rivendita sul mercato dell’usato dei modelli più anziani e potenti.
Le conseguenze del superbollo sull’opinione pubblica
Molti cittadini hanno accolto positivamente la misura come un modo per promuovere una maggiore equità fiscale e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di ridurre l’inquinamento atmosferico. Tuttavia c’è stato anche un forte dissenso, con coloro che ritenevano che il superbollo fosse una misura punitiva nei confronti dei possessori di auto di lusso e che avrebbe danneggiato l’industria automobilistica italiana.
Sebbene la misura progettata durante il Governo Berlusconi sia stata motivata da preoccupazioni ambientali ed economiche, ha anche suscitato polemiche e critiche. Oggi, il dibattito sulle politiche fiscali e sulle decisioni dei governi continua ad animare il panorama politico italiano, lasciando spazio a riflessioni sulle scelte passate e future. Dopo tanti annunci l’abolizione di questa tassa potrebbe però arrivare proprio dal Governo in carica.
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