Mobility e sostenibilità trainano i risultati di Bosch

Dario Colombo

21/06/2023

22/06/2023 - 09:03

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Il business della mobility traina i risultati mondiali di Bosch (88,2 miliardi di dollari, +12%), che si conferma un gruppo attento alla sostenibilità pronto ai nuovi trend: elettrico e idrogeno.

I risultati più significativi conseguiti da Bosch nel 2022 sono quelli legati ai prodotti e servizi per la mobility del futuro, che sarà sempre più guidata dal software, con un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico, attenta ai carburanti alternativi e in grado di cogliere le opportunità di crescita della trasformazione in atto, con innovazione, efficienza e grande attenzione alla sostenibilità.

Come tutti i grandi gruppi industriali, infatti, Bosch ha davanti un mondo in cui la sostenibilità, la diversificazione e la trasformazione saranno le costanti, ed elettrificazione, automazione e digitalizzazione saranno le leve per competere.

E che la sostenibilità è il primo driver lo ha spiegato il general manager italiano del gruppo, Renato Lastaria. Bosch è diventato uno dei primi gruppi industriali a fare propri gli obiettivi di neutralità climatica, e i nuovi target sono ambiziosi: ridurre ulteriormente del 15% l’emissione di CO2 entro il 2030 e arrivare a un risparmio di energia di 1,7 TWh entro il 2030, (per capire l’entità, l’Italia consuma 300 TWh all’anno).
Un’altra delle risorse problematiche è l’acqua: Bosch vuole ridurne impatto del 25% sui propri processi industriali. Ma la sostenibilità è anche un potenziale per la crescita di business.

Per Renato Lastaria

“Siamo in una fase di transizione caratterizzata da incertezza, come ci fa capire bene il settore auto. Gli obiettivi: per il 2023 sono di crescere fra il 6 e il 9%, più dell’inflazione, con un Ebit del 5%, maggiore di quello degli ultimi anni. L’obiettivo di medio lungo è avere una marginalità di almeno il 7%".

Come si si arriva? Puntando sugli efficientamenti energetici, su investimenti oculati e liberando il capitale agendi su giacenze di stock e materiali.

Per farlo Bosch investirà nei macro trend dell’elettrificazione (e non necessariamente solo quella per il settore automotive, ma anche per le macchine di movimento terra e gli impianti di riscaldamento), dell’automazione e della digitalizzazione. Ecco perché entro il 2025 Bosch arriverà ad avere 50mila professionisti del software (ora sono poco più di 40mila).

I risultati di Bosch

I numeri da cui parte la corsa al futuro di Bosch raccontano di un fatturato di 88,2 miliardi di dollari nel 2022, in crescita del 12% rispetto ai 78,7 del 2021, +12%.

Di questi il grosso, 52,5 miliardi (+16%) vengono fatti con il business della mobility, 21,3 miliardi con i consumer goods, che crescono solamente dell’1,5% a testimonianza della fine della coda lunga della pandemia per il mercato degli elettrodomestici, 7 miliardi (+17,4%) con la tecnologia per energy e building e 6,9 con la tecnologia industriale, +14%.

Il margine (Ebit) del 2022 è stato di 3,8 miliardi di dollari, contro i 3,2 del 2021, passando dal 4 al 4,3%. Risultati fatti con un organico di 420mila persone e una spesa in ricerca e sviluppo di 7,2 miliardi di dollari, in crescita di 1,1 miliardi rispetto al 2021.

Stanti i segnali di un mercato in recessione in Europa e in rallentamento in Asia e Nord America per il 2023. Bosch si aspetta un incremento moderato delle vendite: nel primo trimestre è stato del 3,5%: bene il Nord America +18% e l’Europa +7,7%, male l’Asia Pacifico, -9,3%.

In Italia nel 2022 Bosch ha fatturato per 2,6 miliardi di euro, crescendo dell’8% rispetto al 2021, grazie al lavoro di 5600 persone in 18 unità operative e 3 centri di ricerca e sviluppo.

Il traino di Bosch Mobility

La mobility, il principale settore di business per Bosch, ha sì vissuto un 2022 di crescita di fatturato, ma anche “di sfide importanti e nuove rispetto al passato - Come ha spiegato Camillo Mazza, general manager del business mobility del Gruppo Bosch -. Elementi geopolitici hanno modificato tutto il settore: guerra, materie prime, semiconduttori, con costi in aumento”.

Ecco perché per rimanere al vertice nel business della mobilità Bosch si prepara a un cambio: dal 2024 l’unità di business BBM si chiamerà Bosch Mobility, (a capo ci sarà sempre Markus Heyn) per avere un focus su tutto il sistema della mobilità.

Sarà fatta da 230mila persone nel mondo, in 300 location e 66 paesi, avrà l’obiettivo per il 2029 di 80 miliardi di dollari di fatturato (partendo dai 52 miliardi attuali) entrando in nuovi settori di business.

Elettrificazione, automazione e digitalizzazione saranno i tre elementi chiave e si occuperà di fare azioni verticali: “accorpare unità di business, crearne di nuove, trasversali, per clienti che hanno bisogno non più solo di componenti ma di soluzioni orizzontali”.

Il passato e il presente di Bosch Mobility è fatto dell’Electronic Stability Program, giunto alla versione ESP-10, con hardware e software combinati e del Vehicle Motion Management, per la gestione della completa mobilità del veicolo con un software che dialoga con i sistemi del veicolo per ottimizzare sicurezza e comfort.

Come ha detto Mazza “Il veicolo software defined sta cambiando il mercato. L’auto del futuro sta diventando più intelligente, con un sistema centrale che gestisce tutte le componenti dei veicolo, collegate al cloud.

Gli sviluppi software sono più rapidi di quelli dell’hardware, l’evoluzione tecnologica dei veicoli più rapida. Il veicolo del futuro sarà aggiornato a livello di sistema operativo come gli smartphone, una cosa che allungherà la vita del veicolo. E tutto questo passa dal rafforzamento della nostra forza di sviluppo software”.

Il futuro: elettromobilità e idrogeno

Il futuro della mobility è rappresentato dall’elettromobilità e dall’idrogeno. Per l’elettrico Bosch ha in previsione di raddoppiare il fatturato nel settore anno per anno, con obiettivo 6 miliardi di dollari nel 2026. In crescita (+20%) anche i sistemi di assistenza alla guida, non solo per le auto, ma anche per le modo (partnership con Ducati e Piaggio).

Bosch Mobility realizza motori elettrici alimentati a batteria, ma non produce batterie ad alto voltaggio. Ha però sviluppato un software di gestione per il monitoraggio della batteria, aprendo anche al tema della second life (ossia l’utilizzo della batteria per immagazzinamento energia o supporto di colonnine). E sta arrivando l’idrogeno da utilizzare come alternativa a diesel e benzina nei motori a combustione: “nel 2024 prevediamo di andare in produzione in serie con un produttore tedesco con i primi elettrolizzatori, fuel cell a funzionamento invertito che producono energia attraverso l’idrogeno".

Come ha spiegato Ugo Caratti, vp Finance & administration Sud Europa Bosch Rexroth (7 miliardi di fatturato), “Siamo nella filiera dell’idrogeno, con la partecipazione al consorzio H2IT. Abbiamo un accordo globale con Maximator per realizzare 4000 stazioni di erogazione di idrogeno nel mondo. 30 di queste saranno in Italia. Va creato l’ecosistema per diffondere la tecnologia”.

Bosch Italy Factsheet 2023

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