Il diesel supera il prezzo della benzina: speculazione o crisi energetica?
Se nelle scorse settimane si era assistito a un calo dei prezzi dei carburanti, per effetto della crisi energetica sale nuovamente il prezzo del diesel superando quello della benzina.
Il diesel costa più della benzina, strano ma vero. È quanto sta accadendo in questi giorni, in pressoché tutte le stazioni di servizio, il prezzo di un litro di gasolio ha superato quello della benzina.
Secondo gli esperti la guerra tra Russia e Ucraina sarebbe la principale causa dell’aumento del prezzo del diesel, le forniture iniziano a scarseggiare e le raffinerie in Europa tendenzialmente sono concentrate sulla produzione di benzina.
Nell’ultima settimana di agosto il prezzo del gasolio è tornato a superare quota 1.8 euro al litro, contro i cerca 1.75 della benzina, quali realmente le motivazioni che sono dietro a questo insolito “sorpasso”?
La crisi energetica sarebbe la principale responsabile dell’aumento del prezzo del diesel
La guerra in corso, la ridotta capacità di raffinazione nel Mediterraneo e la chiusura dei porti verso e dalla Russia, sono solo alcuni dei fattori responsabili dell’aumento del prezzo del gasolio.
Se la benzina viene utilizzata per lo più per il trasporto privato, il diesel rappresenta il principale carburante utilizzato nel trasporto, dai tir ai mezzi pubblici, ma anche in fabbrica diversi generatori utilizzano il gasolio per produrre energia.
Nel nostro paese le accise sulla benzina sono sensibilmente superiori a quelle sul gasolio, proprio perché il diesel viene utilizzato da un’utenza professionale.
Il taglio delle accise sulla benzina è stato prorogato dal governo fino al 5 ottobre.
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, hanno firmato il Decreto Interministeriale che proroga fino al 5 ottobre le misure attualmente in vigore per ridurre il prezzo finale dei carburanti.
Il prezzo del diesel ha superato i valori pre-guerra del 5%
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori ha dichiarato: “Bene, ma troppo poco! L’estensione dal 20 settembre al 5 ottobre del taglio delle accise, appena 15 giorni, è un topolino che viene mangiato dal gatto. Ci rendiamo conto che il Governo è in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, ma, essendo le elezioni il 25 settembre, per i primi di ottobre non avremo certo in carica un nuovo Esecutivo, considerato il timing previsto dall’articolo 61 della Costituzione, quindi tanto valeva prorogare la misura almeno fino a fine ottobre. Quanto alla conferma del precedente taglio, bisognava almeno attendere la riunione dei Paesi Opec+, prevista per il 5 settembre, per capire se poteva bastare una riduzione delle accise di 25 cent. Da quando a luglio si è alzata la produzione di petrolio, il prezzo della benzina è sceso di oltre 31 cent al litro, con un ribasso del 15,1%, pari a 15 euro e 63 cent per un pieno da 50 litri, il gasolio è diminuito di oltre 22 cent al litro, con una riduzione dell’11,1%, pari a 11 euro e 26 cent a rifornimento. Insomma, se venisse ancora incrementata la produzione, 25 cent potrebbero anche bastare, altrimenti sarebbe una misura del tutto inadeguata”.
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