Filtro antiparticolato FAP: cos’è, come funziona, problemi e pulizia

Gaetano Cesarano

13 Luglio 2023 - 14:15

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Il filtro antiparticolato FAP, noto anche come DPF, è un componente fondamentale per il funzionamento dei veicoli con alimentazione Diesel.

Il filtro antiparticolato FAP è infatti un sistema di post trattamento dei gas di scarico che permette di ridurre le particelle di particolato emesse durante il funzionamento del motore.

Da alcuni anni l’adozione del filtro antiparticolato FAP o Diesel Particulate Filter DPF è obbligatoria per l’omologazione dei nuovi veicoli, poiché il ciclo Diesel, a causa della minore facilità di combustione del gasolio rispetto alla benzina, crea maggiori probabilità di emettere in atmosfera inquinanti e particolato.

Il filtro antiparticolato risulta molto efficiente nell’abbattere gli inquinanti intrappolando al suo interno la fuliggine e impedendone la dispersione nell’ambiente con conseguente riduzione delle emissioni PM fino al 99%.

Affinché il sistema conservi nel tempo la sua efficacia è tuttavia necessaria una pulizia sistematica per evitare depositi eccessivi che ne possono ridurre il potere filtrante o portare addirittura all’intasamento, impedendo il corretto funzionamento del veicolo.

Il sistema prevede un ciclo automatico di pulizia, gestito dalla centralina elettronica dell’auto che. ad intervalli regolari effettua la cosiddetta rigenerazione del filtro antiparticolato, ma in alcuni casi, molte volte a causa di uno scarso utilizzo, la pulizia non avviene correttamente, creando problemi nell’utilizzo dell’auto e segnalazioni di avaria motore.

Filtro antiparticolato: cos’è e come funziona

Il filtro antiparticolato, situato in linea nell’impianto di scarico del veicolo, è composto da un elemento ceramico con struttura a nido d’ape attraverso cui avviene il passaggio obbligato dei gas combusti. Le canalizzazioni del filtro sono volutamente chiuse obbligando i gas di scarico a fluire attraverso le porosità delle pareti interne che provvedono ad intrappolare le particelle di particolato.

Il progressivo funzionamento del filtro crea una contropressione allo scarico che aumenta parallelamente ai depositi accumulati. Raggiunta la soglia massima prestabilita il sistema di gestione del motore - per non alterare il consumo di carburante e la potenza erogata - avvia la rigenerazione automatica del componente.

Filtro antiparticolato: differenze tra FAP e DPF

I filtri antiparticolato possono essere di tipo FAP o DPF. Il filtro antiparticolato FAP per bruciare le polveri durante la rigenerazione si avvantaggia di additivi a base di ossido di cerio e ferro che, evitando eccessive post iniezioni di carburante per effettuare la pulizia, consentono di mantenere la temperatura di sublimazione del particolato attorno ai 450 °C.

Nel sistema DPF - che è il più utilizzato in ambito automobilistico - non vengono invece utilizzati additivi e la rigenerazione avviene con una temperatura interna del filtro prossima ai 600 °C per consentire l’ossidazione in CO2 del carbonio presente nelle particelle di particolato. La temperatura dei gas di scarico in questi casi viene innalzata tramite una serie di post iniezioni di gasolio nei collettori di scarico e nei catalizzatori ossidanti che attraverso metalli nobili, inseriti all’interno del filtro antiparticolato, favoriscono il processo. Per raggiungere la temperatura utile, nei veicoli dotati di filtro antiparticolato di tipo DPF, è pertanto necessario mantenere una velocità sostenuta dell’auto in fase di pulizia e rigenerazione.

La pulizia avviene infatti quando il veicolo è in movimento e il motore è abbastanza caldo ed è molto frequente anche se l’automobilista potrebbe non accorgersene mai.

Spia filtro antiparticolato accesa: problemi e cosa fare

L’utilizzo frequente di un’auto con motore ad alimentazione Diesel su percorsi urbani o comunque su tragitti limitati influisce negativamente sulla rigenerazione attiva del filtro antiparticolato.

La temperatura dei gas di scarico in questi casi rimane limitata in un range variabile tra 200 e 400 °C impedendo il corretto funzionamento del sistema automatico di pulizia.

Continuando ad accumulare particolato nella sua azione antinquinante, il filtro può intasarsi aumentando la contropressione allo scarico. A questo punto il sistema di gestione del motore attiva una modalità di protezione che limita l’erogazione di potenza attivando la spia gialla di malfunzionamento legata al filtro antiparticolato.

Anche se l’accensione della spia di emergenza può essere legata in casi specifici ad un guasto dei sensori di pressione sulla linea di scarico, il più delle volte la causa del malfunzionamento segnalato dalla spia è l’intasamento del filtro dovuto alla mancata rigenerazione attiva.

In questi casi, effettuando un lungo tragitto extraurbano a velocità più sostenuta (90/100 km/h) si può recuperare la mancata pulizia del filtro permettendo alla vettura di raggiungere la necessaria temperatura dei gas di scarico per il tempo occorrente alla rigenerazione. Diversamente si deve optare per una rigenerazione forzata presso un’officina specializzata.

Da segnalare che il sistema di post iniezione di gasolio necessario alla pulizia può incidere negativamente sull’olio lubrificante: il carburante in eccesso - se non bruciato nella combustione - può scorrere sulle pareti del cilindro diluendo il lubrificante e di fatto aumentando il livello oltre la quota massima prevista dal costruttore. Anche in questi casi è importante una verifica in officina provvedendo eventualmente ad una sostituzione dell’olio riportandolo ai valori corretti.

Pulizia del filtro antiparticolato

La rigenerazione forzata del filtro antiparticolato può essere effettuata aggiungendo appositi additivi al carburante e portando il motore ad un regime di giri elevato e costante. La rigenerazione sarà facilitata dall’aumento dell’infiammabilità della miscela e di conseguenza delle temperature dei gas di scarico.

Se questo metodo non dovesse rivelarsi sufficiente sarà necessario affidarsi ad aziende specializzate nella pulizia dei filtri antiparticolato previo smontaggio del componente. Anche a causa dell’elevato costo del ricambio difficilmente viene praticata la sostituzione, mentre l’eliminazione è una pratica illegale che può particolare a sanzioni elevate.

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