Mercato componentistica automotive in Italia: fatturato dimezzato e marginalità in calo
Il mercato della componentistica automotive registra una riduzione del fatturato e una perdita di marginalità, con un impatto maggiore sulle aziende caratterizzate dallo storico economico-finanziario migliore.
Nel corso dell’ultimo triennio, il mercato della componentistica automotive in Italia ha subito un netto rallentamento per effetto della pandemia e della crisi della supply chain.
Analizzando i risultati dei primi 350 operatori italiani del settore, uno studio di PwC Strategy& sulla filiera italiana della componentistica automotive evidenzia come i fornitori del nostro paese abbiano sofferto rispetto al periodo pre-covid di una crescita dimezzata, che passa da 5,6 a 2,9%, e di una riduzione della marginalità EBIT del 18% attribuibile alla difficoltà di trasferire i costi incrementali delle materie prime e delle forniture energetiche ai costruttori.
La crisi ha impattato in modo più significativo i fornitori focalizzati sul primo equipaggiamento e con un footprint produttivo locale, che rappresentano circa i 2/3 del mercato italiano. In particolare, l’erosione della marginalità ha impattato in maniera maggiore i componentisti con migliori risultati economico-finanziari, a fronte dell’attenzione dei car maker a sostenere in primis le aziende maggiormente in crisi, con l’obiettivo ultimo di dare continuità alla catena di fornitura
La progressiva diffusione della mobilità elettrica pone inoltre a rischio la produzione e la reddittività dei fornitori più legati al motore endotermico: aziende che rappresentano oltre il 30% del fatturato e il 25% del margine totale della filiera.
Il segmento dei mezzi pesanti si è dimostrato più resiliente alla sostituzione tecnologica innescata dalla mobilità elettrica, mentre quello delle vetture e dei veicoli leggeri è maggiormente a rischio, con circa il 50% della produzione globale previsto su motorizzazioni full-electric o fuel-cell al 2030.
La crisi e le sfide lanciate dalla mobilità elettrica non hanno però rallentato gli investimenti, con gli operatori della filiera che hanno aumentato il capitale investito nell’ultimo triennio: acquisizioni e fusioni societarie hanno infatti seguito una logica di consolidamento per attenuare la pressione competitiva e beneficiare di economie di scala, e le imprese che hanno investito sulla crescita inorganica sono state premiate con performance superiori alla media in termini di crescita del fatturato e reddittività
L’industria dei componenti auto e la sfida della mobilità elettrica}
In Italia quasi il 40% dei fornitori automotive è focalizzato sulla produzione di componenti per motori endotermici, motivo per cui è necessario rivedere la "value proposition" e l’approccio al mercato. Per il futuro sarà necessario avviare una serie di iniziative tra cui:
- differenziare l’offerta, indirizzando i segmenti di mercato più resilienti alla sostituzione tecnologica come quello dei mezzi pesanti
- sfruttare il potenziale dei canali più profittevoli e con più flessibilità sul pricing, ovvero l’aftermarket
- ottimizzare la copertura geografica, in particolare investendo sulle aree meno impattate dalla transizione alla mobilità elettrica
- investire in adiacenze di mercato a elevato tasso di crescita, anche mediante acquisizioni o fusioni societarie
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