Artusi, Federauto: "esigenze lobbistiche per la transizione ecologica"

Gaetano Cesarano

18 Ottobre 2023 - 13:01

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Massimo Artusi, vicepresidente di Federauto, sottolineando che per i veicoli elettrici le emissioni di CO2 devono essere valutate sull’intero ciclo di vita punta il dito contro le politiche per la transizione ecologica orientate da pulsioni ideologiche anziché perseguire soluzioni razionali.

"Le regole devono valere per tutti e le direttive europee devono rispettare in modo coerente questo principio di legge, specie in materia di tutela ambientale" lo ha dichiarato Massimo Artusi, vicepresidente di Federauto con delega al comparto Trucks&Van e membro del board dell’Associazione dei Dealer Europei AECDR, commentando la proposta della DG Clima della Commissione europea volta a definire i target di emissione di CO2 dei carburanti sintetici (e-fuel) per auto e furgoni ad un irraggiungibile 100% prevaricando le regole della Direttiva RED II.

È una sorprendente forzatura istituzionale e regolamentare invocare la Direttiva RED II, che valuta le emissioni sull’intero ciclo di vita del prodotto (Life Cycle Assessment) per le applicazioni sui motori termici, poi ignorarla completamente per quelle sui motori a batteria e infine forzare la mano sugli e-fuel addirittura inasprendo a consumo la stessa Red II

La proposta della DG Clima mira a modificare la direttiva ammettendo i carburanti sintetici per i motori termici ma solo se rinnovabili al 100%. Tale approccio non è però adottato dalla medesima Commissione ENVI per i motori a batteria, che continuano ad essere valutati solo per le emissioni di climalteranti al terminale di scarico, dimenticando sorprendentemente tutti gli impatti generati nel ciclo di vita fino allo smaltimento dei pacchi-batterie.

Il vicepresidente di Federauto ha proseguito: "Non possiamo restare passivamente in silenzio di fronte alla mistificazione e alla curvatura della normativa europea a fini ideologici. Questo comportamento conta sulla possibile disattenzione o sulla non piena comprensione della materia, per far raggiungere alla parte ideologica il suo obiettivo, non tramite un processo di confronto democratico, ma attraverso una inappropriata tecnica legislativa, finendo per minare in questo modo la fiducia nelle stesse istituzioni europee".

Mentre è in corso l’iter approvativo per regolare le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti, gli addetti ai lavori tornano a chiedere con forza di considerare tutte le tecnologie in grado di dare un contributo effettivo alla decarbonizzazione nel Life Cycle Assessment dei prodotti a cominciare dai carburanti biologici al momento esclusi dalle tecnologie ammesse per le procedure di "correction factor" delle emissioni di CO2.

Dispiace constatare come alcune istituzioni europee dopo aver ragionato per anni e continuando a procedere solo in modo ideologico e semplicistico su come decarbonizzare i trasporti puntando esclusivamente sulla trazione elettrica e spacciandola per zero emission senza considerare il Life Cycle Assessment. Si tratta di una lampante contraddizione che dimostra come le politiche per la transizione ecologica siano state orientate ad arte da esigenze lobbistiche e pulsioni ideologiche anziché perseguire soluzioni razionali per raggiungere l’ambita Neutralità Carbonica.

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