Targhe straniere: nazionalizzazioni a rilento, fino a 45 giorni di ritardo
Tempi lunghi per nazionalizzare un’auto con targa straniera: fino a 45 giorno, secondo quanto denuncia l’AIDA. A farne le spese anche gli stranieri residenti in Italia.
Le auto con targhe straniere che devono essere nazionalizzate in Italia potrebbero dover attendere in garage per parecchio tempo, anche 45 giorni. È quanto denuncia l’AIDA - l’Associazione Italiana Distributori Autoveicoli - che lamenta le difficoltà di concessionari e rivenditori che non possono consegnare ai propri clienti le auto usate acquistate da questi ultimi.
Un problema che interessa anche tutti quei cittadini stranieri residenti in Italia per più di 60 giorni, che per effetto del Decreto Sicurezza hanno l’obbligo di nazionalizzare la propria vettura con targhe straniere. Il motivo sembra essere la mancanza di personale in alcuni uffici della Motorizzazione, che fa dilatare a dismisura in tempi necessari all’esame dei documenti allegati ad ogni pratica.
Da un lato quindi, automobilisti italiani che hanno pagato la loro vettura usata di importazione e non possono ritirarla, dall’alto quei cittadini stranieri presenti con regolare residenza che non possono utilizzare la propria auto portata con sé dal paese di origine. Senza contate i rivenditori, che si ritrovano i piazzali di vendita occupati da auto vendute ma che non possono essere consegnate.
Targhe straniere: tempi lunghi e poco personale
I ritardi relativi alle pratiche di nazionalizzazione di auto straniere sembrano essere piuttosto eterogenei a livello nazionale, concentrati soprattutto nelle Motorizzazioni di alcune province del Nord Italia come Cuneo, Milano, Varese, Brescia e Bergamo. Nel capoluogo lombardo, ad esempio, ci sono solo due impiegati con il compito di vagliare le centinaia di richieste che arrivano ogni mese.
Una situazione che - come denuncia il segretario nazionale dell’AIDA Angelo Monachesi - mette in luce “una mancanza strategica atta a tentare di risolvere la questione con una gestione ottimale degli uffici dislocati sul territorio italiano”. I forti ritardi registrati sul fronte delle nazionalizzazioni di auto con targa estera rallentano il mercato delle auto usate di importazione, perché i clienti non possono aspettare un mese e mezzo per un’auto già regolarmente pagata.
Del resto la trafila burocratica non permette scappatoie: dopo un primo passaggio automatico sul sito dell’Agenzia delle Entrate - che da solo il via libera alla procedura - la palla passa alla Motorizzazione provinciale di competenza, che deve verificare la correttezza della documentazione e inserire manualmente i dati necessari. I tempi sono resi ancora più lunghi dall’aumento delle richieste di nazionalizzazione da parte di privati cittadini che acquistano in prima persona all’estero in regime di IVA del margine.
La denuncia dell’AIDA si conclude con un appello al governo del segretazioni nazionale Monachesi: “Deve mettere in campo un’azione coordinata a livello europeo che alla lunga doti gli automobilisti comunitari di un unico documento di circolazione. Chiediamo inoltre che i documenti vengano accettati con controlli postumi, senza allungare ulteriormente i tempi”.
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