Pneumatici ricostruiti: cosa sono e quanto sono sicuri
Rigenerare un pneumatico usato rappresenta un’alternativa economica ed ecologica al classico pneumatico nuovo. Ma convengono davvero? E soprattutto: sono sicuri?
Gli pneumatici ricostruiti sono un fenomeno in crescita e rappresentano una valida alternativa per chi deve sostituire le gomme del proprio veicolo. Tra i vantaggi che portano in dote ci sono un risparmio in termini di prezzo d’acquisto e un minore impatto ambientale nella fase di produzione.
Quella di ricostruire il battistrada degli pneumatici usurati non è una prassi nuova, anzi si tratta in un processo molto diffuso un ambito aeronautico e sui mezzi pesanti. Per le autovetture, però, vigono regole diverse: è infatti possibile rigenerare i pneumatici una sola volta, mentre il limite per le gomme destinate ai mezzi pesanti è di 3 volte mentre è possibile ricostruire fino a 7 volte gli pneumatici per aerei.
Le domande più frequenti quando di parla di pneumatici ricostruiti sono relativi all’effettiva convenienza e alla loro sicurezza. La risposta è si: si risparmia, sia in termini economici che in termini di impatto sull’ambiente, inoltre le gomme ricoperte sono sottoposte agli stessi severi controlli ai quali sono sottoposti gli pneumatici nuovi. Ma vediamone le caratteristiche in dettaglio.
Pneumatici ricostruiti: cosa sono?
Gli pneumatici ricostruiti sono pneumatici che dopo essere arrivati alla fine della loro prima vita operativa vengono lavorate per rimuovere il battistrada consumato e installarne uno nuovo, conferendo loro una seconda vita con caratteristiche tecniche e dinamiche del tutto simili a quelle di un pneumatico nuovo.
Prima di procedere alla rigenerazione le gomme vengono sottoposte a delle vere e proprie lastre tramite scansione ai raggi x per verificare l’integrità della struttura (definita “carcassa”), che non deve presentare lesioni, rigonfiamenti o cedimenti. Una gomma ricoperta si riconosce dal marchio del parametro europeo Ece Onu 108 (per le autovetture) o 109 (per i mezzi pesanti), che è composto dalle seguenti informazioni:
- sigla “108 R” o “109 R” sul lato del pneumatico che indica il parametro europeo assegnato;
- la lettera “E” cerchiata che indica il paese di produzione e l’omologazione europea (il codice E2 indica l’Italia);
- una serie di 6 numeri che identificano la fabbrica di produzione;
- la denominazione “Ricostruito” o “Retread”;
- il marchio del ricostruttore;
- la settimana di ricostruzione ed il relativo anno.
Pneumatici ricostruiti: convengono?
I pneumatici ricostruiti hanno un prezzo inferiore rispetto ad una gomma nuova con pari caratteristiche. La differenza dipende da diversi fattori, non ultima la qualità di ricostruzione e il marchio del produttore, ma in linea di massima è possibile stabilire un risparmio medio del 30%, con punte che arrivano al 50% per pneumatici particolari come quelli da camion.
Oltre al portafogli, però, le gomme ricoperte fanno bene anche all’ambiente perché - rispetto al ciclo di produzione di un pneumatico nuovo - ricostruire un pneumatico implica un minore consumo di materie prime e di energia.
In termini ambientali i vantaggi sono i seguenti:
- per ricostruire un pneumatico sono necessari 5,5 litri di petrolio contro i 25 necessari per produrne uno nuovo;
- un pneumatico ricostruito permette di risparmiare fino all’80% dei materiali rispetto ad un pneumatico nuovo;
- il risparmio di energia è quantificabile nel 70%;
- gli pneumatici ricostruiti non sono considerati “rifiuti”, eliminando così ogni onere burocratico.
Pneumatici ricostruiti: sono sicuri?
L’ultima domanda è probabilmente la più importante per chi si accinge a sostituire le gomme del proprio veicolo, perché riguarda la sicurezza. Si, i pneumatici ricostruiti sono sicuri perché devono rispettare gli stessi parametri delle gomme nuove e vengono sottoposti agli stessi test qualitativi e tecnici.
La tecnologia più recente mette a disposizione delle industrie che si occupano della ricostruzione dei pneumatici strumenti sempre più precisi e macchinari sempre più sofisticati, che permettono un processo di rigenerazione che salda perfettamente il nuovo battistrada alla carcassa della gomma.
È quindi possibile affermare che gli pneumatici ricostruiti sono una valida alternativa alla gomma nuova, un risultato che ne permette l’applicazione anche sulle vetture dopo essere diventati una realtà consolidata tra i mezzi pesanti e i fuoristrada.
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